Nulla è perfetto, Nulla è permanente, Nulla è completo.
Wabi Sabi
Il termine è composto da due vocaboli distinti 侘 寂 dal significato piuttosto sfuggente, non facilmente traducibile.
Consiste nell’arte di cogliere la bellezza nell’imperfezione, nelle cose incomplete, semplici, autentiche e sull’accoglimento della loro transitorietà. Nulla di più lontano dalla nostra estetica tradizionale e dal nostro gusto occidentale, abituati da millenni a cercare il bello nella perfezione, nella ricchezza, nella raffinatezza.
Marcel Rawady – Cherry blossom
Wabi 侘 si riferiva originariamente alla solitudine della vita nella natura, lontana dalla società. Identifica la semplicità rustica e anche l’eleganza non ostentata riferita sia a oggetti naturali che artificiali. Suggerisce un concetto di bellezza discreta, generata dalla presenza di un’imperfezione naturale o introdotta in modo casuale dai processi di lavorazione artigianale che aggiungono unicità ed eleganza all’oggetto (ceramica raku).
Sabi 寂 sottintende un’idea di bellezza legata al passare del tempo, che può manifestarsi solo in seguito all’usura e all’invecchiamento, come può accadere per le rughe che solcano il volto di un uomo. È la patina sottile del tempo che rende gli oggetti affascinanti e ispiratori di tranquillità e armonia.
Se un’opera d’arte o un’espressione artistica riescono a suscitare in noi sentimenti di commozione e serena malinconia, allora hanno raggiunto la perfezione del wabi sabi, una bellezza triste e malinconica, racchiusa in sé.
